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L’edilizia e l’architettura che si trasformano

Pierpaolo Ruttico, Professore del laboratorio INDEXLAB al Politecnico di Milano, ci spiega tramite un’intervista il cambiamento che stanno avendo edilizia e architettura grazie ai sistemi dinamici responsivi.


Siamo abituati a considerare gli edifici come degli oggetti statici, immutabili, mentre un’architettura può anche trasformarsi nel tempo, può essere “responsiva” o “interattiva“, può modificarsi in risposta a stimoli ambientali o all’interazione con il visitatore. Di fronte a un’architettura responsiva potremo non solo esclamare “cos’è, com’e fatto quell’edificio?” ma anche “Cosa fa? Perché si trasforma?”.

Fare architettura interattiva significa lavorare sul concetto di comunicazione bi-direzionale tra l’opera e il proprio fruitore; può essere definita come l’arte di costruire relazioni tra persone e componenti costruiti. La forma architettonica non è più statica, ma si modifica al variare delle mutevoli condizioni al contorno. L’interattività in architettura pone al suo centro il soggetto attraverso la variabilità, la riconfigurabilità e personalizzazione degli spazi. L’interattività in architettura ci spinge a ricercare strumenti di progettazione e sistemi costruttivi che abbiano una “intelligenza” intrinseca. La configurazione attuale di uno “spazio interattivo” si basa sulla convergenza di due elementi: “computazione” e “cinetica”. La prima possiamo intenderla come parte “software”, è il “codice nella forma” che varia nel tempo, l’insieme delle regole che governano il sistema tecnologico; la seconda può essere considerata la parte “hardware”, è il sistema tecnologico fisico, composto di sensori, attuatori e forme costruite.

Il concetto di architettura responsiva lo troviamo in tutta la storia dell’architettura, fin dalle sue origini. Sistemi architettonici trasformabili nascono dall’esigenza delle popolazioni nomadi di trasportare i propri beni e adattarsi a nuove esigenze funzionali e climatiche. Già gli antichi Romani utilizzavano nei velaria dei propri anfiteatri sistemi retrattili per riparare il pubblico dal sole, impiegando tecniche derivate dal settore navale. La prima e la seconda rivoluzione industriale, con l’avvento delle macchine a vapore, dell’elettricità, delle catene di montaggio per la produzione di massa, dei veicoli a motore, portano prepotentemente all’attenzione i concetti di movimento ed evoluzione continua, influenzando anche la riflessione filosofica e artistica, di cui esempio per eccellenza è il movimento futurista. Questo clima si riflette anche sulla ricerca architettonica, come testimonia il lavoro di Terragni che introduce nella casa del fascio di Como (1932-36) diversi sistemi di automazione, ad esempio l’apertura sincronizzata delle porte mediante dispositivi elettromeccanici. Circa vent’anni più tardi, nel 1958, all’Expo di Bruxelles Le Corbusier propone per la prima volta un’esperienza “immersiva” nel Padiglione Philips, dove il movimento dei visitatori genera interazione tra musica e proiezioni video. Ma è con la nascita dell’elettronica e dei computer che viene dato nuovo slancio alla ricerca di applicazioni cinetiche responsive in architettura. Negli anni sessanta del secolo scorso, sotto l’influenza della Olivetti, una serie di artisti danno vita al movimento dell’arte programmata, che pone l’attenzione sul rapporto tra uomo, macchina e opera costruita. Nel 1968 gli Archigram offrono una visione seducente dell’abitazione del futuro nell’era della “meccatronica”. Alla fine degli anni sessanta, Nicholas Negroponte introduce il termine “architettura responsiva” e nel 1970 pubblica il libro “Architecture Machine”; nel medesimo anno William Zuk pubblica il volume “Kinetic Architecture”.

E’ sul lavoro di ricerca di questi pionieri che si fondano le opere di inventori e architetti contemporanei, come quelle di Chuck Hoberman, allievo di Buckminster Fuller, che hanno incentivato lo sviluppo di una vera e propria industria dell’architettura cinetica, che coinvolge sia la dimensione imprenditoriale sia quella accademica. Nascono laboratori universitari che operano al confine tra ricerca e consulenza professionale, come l’Hyperbody, diretto da Kas Oosterhuis; Si diffondono master universitari in interactive architecture, come quelli promossi da Branko Kolarevic e Ruairi Glynn. Gli ambiti di ricerca proposti e sviluppati da Indexlab al Politecnico di Milano, con il contributo di numerose aziende private, si inseriscono in questa comunità scientifico-operativa internazionale e contribuiscono attivamente all’avanzamento di questa ricerca.

 

In occasione di Technology Hub 2018 Indexlab presenta prototipi di sistemi dinamici responsivi ottenuti mediante metodi di fabbricazione digitale innovativi.

 

Shifting folds è un sistema di pannelli riflettenti a geometria variabile per l’ottimizzazione acustica di teatri, auditorium e luoghi pubblici. Il sistema è basato su geometrie rigid-origami. La movimentazione è ottenuta tramite l’azione di attuatori lineari che consentono alla struttura di ridurre il proprio ingombro inclinando le facce lungo linee di piega predefinite. La percentuale di espansione e contrazione è gestita da un controller che analizza istante per istante l’onda sonora incidente e configura la parete per ottimizzarne le prestazioni acustiche.

 

Crystal shards è un sistema di schermatura dinamico formato da colonne scultoree che muovendosi lungo direttrici parallele configurano spazialità complesse. Le colonne scorrono l’una a fianco all’altra, contraendo e dilatando lo spazio percepito dall’osservatore. Da una configurazione compatta, dove gli elementi sono accorpati a formare una parete continua, si passa a una parete disgregata in elementi unici che frammentano lo spazio. Questi elementi possono essere posizionati in modo dinamico in base alla radiazione solare incidente oppure relazionarsi all’osservatore in modo interattivo. Il sistema può trovare applicazione in spazi espositivi, negozi, uffici e luoghi pubblici.

 

Metal delaunay è una parete tridimensionale in metallo realizzata tramite un processo di assemblaggio e saldatura robotica di pannelli piani triangolari sottili. Ciascun pannello è reso permeabile tramite una serie di perforazioni realizzate mediante taglio laser a controllo numerico. I fori permettono all’osservatore di guardare attraverso la parete e alla luce di penetrare creando riflessi inattesi. Il sistema è inoltre dotato di LED programmabili che trasformano la parete in schermo interattivo. L’ambiente retrostante la facciata si illumina con intensità e colore variabile in base alla posizione dell’osservatore. Le applicazioni sono molteplici, dal rivestimento di facciate a forma libera ad installazioni di media architecture con alto impatto estetico-comunicativo.

 

Hexa è un sistema di rivestimento per pareti esterne e interne che permette di ottenere variazioni infinite dei pannelli di cui è composto. La sua natura parametrica offre la possibilità di informare la geometria con dati di natura strutturale, energetica, illuminotecnica e di ottenere configurazioni che ottimizzino le prestazioni dell’edificio espandendone le possibilità espressive. Hexa è dotato di controllo della retroilluminazione dei pannelli semi-trasparenti, realizzato mediante strisce LED indirizzabili. Il colore di ciascun pannello può essere definito indipendentemente dagli altri oppure in modo coerente al fine di generare gradienti cromatici che accentuino le geometrie complesse dei pannelli. Il controllo dei LED può avvenire tramite interfaccia WEB o mediante l’interazione diretta con la parete, tramite tocco o movimento dell’osservatore.

 

Flying dots è un sistema che permette di variare la configurazione spaziale di controsoffitti mobili.

Una matrice di attuatori movimenta sfere di metallo tramite cavi avvolti su pulegge. Le figure geometriche che il soffitto cinetico può configurare sono gestite tramite algoritmi che interpretano in tempo reale la gestualità dei visitatori e generano figure geometriche in base alla loro posizione. Le applicazioni in ambito architettonico sono molteplici: dall’intrattenimento all’ottimizzazione acustico-illuminotecnica, dal lighting design cinetico ad applicazioni artistiche in ambito teatrale e musicale.

 

Hypnosis è un sistema di pannelli luminosi tridimensionali per l’arredamento di interni. Grazie alla possibilità di applicare geometrie caratterizzate da variazione continua in combinazione con effetti luminosi, trasforma gli spazi in ambienti unici e personalizzati. La caratterizzazione dell’ambiente può essere integrata con effetti sonori, creando l’atmosfera più adatta alle diverse occasioni.

– intervista rilasciata da Pierpaolo Ruttico, INDEXLAB – Politecnico di Milano

 


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